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L’invenzione della sigaretta elettronica
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L’invenzione della sigaretta elettronica A chi dobbiamo davvero l’invenzione della sigaretta elettronica, questo strumento di riduzione del danno diventato comune da oltre 10 anni? Percorriamo insieme la storia emozionante di questa invenzione, frutto di un lavoro collettivo portato avanti per molti decenni.
La causa con antiche radici: il tabacco
Non è possibile parlare dell’invenzione di uno strumento di riduzione del danno come la sigaretta elettronica senza menzionare la storia del tabacco
In fondo, se il tabacco non esistesse, probabilmente la sigaretta elettronica non sarebbe mai nata.

Si stima che le prime piante di tabacco iniziarono a essere coltivate diverse migliaia di anni fa.
Le prime colture di tabacco risalgono all’era Maya , circa ottomila anni fa. I Maya usavano il tabacco per guarire se stessi, ma anche nei loro riti religiosi e magici, vari riti sociali e cerimonie importanti.Oltre a essere fumato, il tabacco veniva mangiato fresco appena raccolto, oppure se ne beveva il succo.
In Europa, il tabacco appare solo dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492.
Gli Spagnoli lo importarono in Europa, dove divenne in breve tempo così popolare da rappresentare uno dei più importanti prodotti importati dal Nuovo Mondo.
La necessità di manodopera nelle piantagioni di tabacco fu una delle principali motivazioni ad importare – nel 1600 – i primi schiavi africani in America, soprattutto nelle colonie della Virginia e del Nord e Sud Carolina.
Sempre nel 1600, con quattro secoli di anticipo, comparve il primo documentato “atto d’accusa” contro la nuova abitudine: si trattava di un opuscolo scritto nel 1604 dal re d’Inghilterra Giacomo I. “A counterblast to tobacco” (Una forte opposizione al tabacco) denunciava l’uso di tabacco come “un’abitudine spiacevole per l’occhio, odiosa per il naso, nociva per il cervello, pericolosa per i polmoni“.

Nel ‘700 tra le classi sociali benestanti si diffuse il costoso tabacco da fiuto, mentre l’800 fu il secolo dei sigari, con i pregiati e costosi cubani, prodotti a l’Havana, e i più modesti sigari toscani. In Inghilterra e in Russia, intanto, si tentava di contrastare il consumo di tabacco con leggi e imposte, ma il commercio di tabacco rimaneva una fonte enorme di guadagno per tutto il 700 e l’800.

Si calcola che a fine ‘800 le imposte sul commercio del tabacco rappresentassero un terzo di tutte le tasse raccolte dal governo degli Stati Uniti.
Nel 1880 si ebbe una svolta grazie a James Buchanan Duke, noto anche come “Buck Duke”, che si specializzò nel mercato del tabacco per le sigarette arrotolate a mano.
Nel 1882 Duke iniziò a lavorare con James Bonsack, un giovane meccanico che aveva inventato una macchina per produrre le sigarette.

Come spiega il professor Robert Proctor della Stanford University – autore di un saggio sulla storia delle sigarette – la macchina consentiva di produrre una sorta di sigaretta infinita, che veniva suddivisa in sigarette della giusta lunghezza attraverso cesoie rotanti.
L’estremità della sigaretta restava aperta e per impedire che si seccasse era necessario aggiungere additivi chimici e altre sostanze come glicerina, zucchero e melassa.

Duke decise di investire nel progetto di Bonsack, certo che le persone avrebbero preferito le sigarette industriali a quelle artigianali: sarebbero state rollate in modo perfetto, oltre che molto più igieniche (non prevedevano infatti l’uso delle mani e della saliva)

Durante la produzione artigianale ogni lavoratore realizzava circa 200 sigarette a turno. La macchina di Bonsack consentiva invece di produrre circa 120 mila sigarette al giorno, più o meno un quinto del consumo dell’epoca negli Stati Uniti, e non riusciva a venderle tutte.

Duke dovette quindi cercare di aumentare il numero dei fumatori e capì che poteva farlo investendo nel marketing e nella pubblicità: sponsorizzò eventi sportivi, regalò sigarette ai concorsi di bellezza, comprò spazi pubblicitari sulle prime riviste e incluse figurine da collezione nei pacchetti.

Soltanto nel 1889 spese in pubblicità 800 mila dollari, più o meno 25 milioni di dollari attuali.
Il suo successo fu favorito anche da un vantaggio competitivo non indifferente: Bosnack infatti mantenne il brevetto della sua macchina, ma in segno di gratitudine offrì a Duke uno sconto del 30 per cento nel contratto di locazione

Nel 1890 Duke arrivò a coprire il 40 per cento del mercato americano delle sigarette. In quell’anno prese il controllo delle quattro aziende rivali del settore e fondò l’American Tobacco Company, un vero e proprio monopolio.

Negli ultimi quindici anni dell’Ottocento il numero di fumatori negli Stati Uniti quadruplicò.

Duke – che fumava abitualmente il sigaro – capì anche che le sigarette avrebbero potuto soppiantare le altre forme di consumo di tabacco: potevano essere infatti fumate in ristoranti e salotti, dove sigari e pipe erano proibiti, mentre la facilità con cui potevano essere accese e restare tali le rendeva più adatte alla vita moderna delle città.
Le sigarette venivano anche considerate più salutari delle altre forme di fumo viste le loro dimensioni, e a lungo i medici le consigliarono contro il raffreddore, la tosse e la tubercolosi (una malattia che oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità lega al fumo).

In realtà le sigarette creano molti più problemi alla salute e più dipendenza dal tabacco di pipe e sigari, dato che contrariamente a questi vengono solitamente inalate.

All’epoca non si sospettava che le sigarette fossero dannose per la salute e gli unici movimenti che si opponevano al diffondersi del fumo erano legati a preoccupazioni morali, soprattutto a causa del consumo di sigarette tra donne e bambini.

Nel 1906 l’azienda fu condannata per aver violato la legge sull’antitrust e fu costretta a dividersi in tre diverse aziende.
Nel frattempo il suo successo aumentava: riuscì a espandersi in nuovi paesi (come la Cina) e in nuovi settori della società dell’epoca, diffondendo il fumo anche tra le donne.

Duke morì nel 1925 e certamente non era consapevole di aver diffuso «l’artefatto più mortale nella storia della civilizzazione umana», come la definisce Proctor, «che nel ventesimo secolo ha ucciso circa 100 milioni di persone».

I filtri per sigarette cominciarono a essere diffusi dopo la morte di Duke, da un brevetto ungherese e grazie al lavoro dell’industria Bunzl.

Le sigarette non furono collegate al cancro ai polmoni fino agli anni Trenta – i primi furono medici tedeschi – e il rapporto di causa effetto con la malattia venne riconosciuto ufficialmente soltanto nel 1957 in Regno Unito e nel 1964 negli Stati Uniti.

L’invenzione della sigaretta elettronica

Spesso si tende a datare gli inizi della sigaretta elettronica all’inizio del XX secolo. Eppure sappiamo anche che tra il secolo VIIIᵉ e il IIᵉ secolo a.C., gli Sciti con sede in Egitto avevano una pratica legata al vapore.

Anche se chiaramente non si può parlare di sigaretta elettronica o di vaping, è sorprendente immaginare che questo insieme di popoli indoeuropei dell’Eurasia che hanno invaso l’Egitto possa aver contribuito alla creazione della e-sigaretta migliaia di anni dopo.

Erodoto, lo storico e geografo greco, considerato il primo storico e soprannominato il “Padre della Storia”, scrisse a suo tempo:

“Gli Sciti presero parte di questo seme di canapa e lo gettarono sulle pietre arroventate; immediatamente esso vaporizzò e sprigionò un vapore che nessun bagno di vapore greco poteva superare; gli Sciti, contenti, gridarono di gioia. ».
La dinastia dei Sefeisti o Safavidi che governarono la Persia dal 1501 al 1736 utilizzava il “hookah” quello che comunemente chiamiamo narghilè.
Certo, non possiamo parlare di vaporizzazione come la conosciamo oggi ma sono comunque i primi passi, le origini, che chiaramente non meritano di essere ignorati.

Per arrivare alla moderna sigaretta elettronica, dobbiamo avanzare di diverse centinaia di anni fino all’inizio del XX secolo.

Henry Ferrè (1903)

Non si cita quasi mai il francese Henry Ferré quando si tratta della favolosa invenzione della sigaretta elettronica.

Eppure, per alcuni, il francese non sarebbe né più né meno il primo inventore della moderna sigaretta elettronica.
Ovviamente, gli americani o i cinesi non saranno d’accordo con questa affermazione.

Eppure, nel 1903, il farmacista parigino Henry Ferré ha l’idea di creare un oggetto rivoluzionario.

Il suo inalatore tubolare funziona attraverso una miscela di diverse sostanze chimiche che producono un vapore bianco.
Per creare questo vapore, Henry Ferré utilizza una miscela di acido cloridrico, una soluzione acquosa di carbonato di ammonio e alcool pollidrico.
Per il farmacista non c’è dubbio. La sua invenzione è innocua.

È presentata da Henry Ferré in questo modo:

“Questi orifizi, che possono essere chiusi o aperti, permettono la produzione, per aspirazione o forzatura, di una corrente d’aria che agisce sul cotone o sul materiale poroso saturo producendo per ogni contenitore un aerosol diverso, che combinato nella camera di vaporizzazione, formata all’estremità interna del tubo, produce il vapore desiderato, che può essere inalato immediatamente attraverso il boccaglio. Il corpo dell’apparecchio così formato può essere coperto con un foglio di carta o altro materiale idoneo in modo da dare l’aspetto di un sigaro”.

Il farmacista pensava al suo dispositivo come un’attrazione: lo scopo principale era quello di intrattenere la gente.
Il suo dispositivo non è mai stato commercializzato e Henry Ferré rimane purtroppo sconosciuto alla maggior parte degli specialisti che studiano la storia della sigaretta elettronica.

Ignazio Bucceri (1909): un vapore aromatizzato al sigaro

Nel 1909, Ignazio Bucceri presenta un oggetto tubolare con l’aspetto di un sigaro.

Il brevetto presenta il rivoluzionario prodotto come un inalatore che produce vapore con il gusto del fumo di sigaro.
Il prodotto fu presentato il 23 dicembre 1909 e brevettato il 28 giugno 1910.

Il brevetto contiene una descrizione completa dell’inventore:

“Dovete sapere che io, Ignazio Bucceri, suddito del Re d’Italia, residente a Brooklyn, Kings County, New York, ho inventato alcuni nuovi e utili miglioramenti agli inalatori, di cui la seguente è una specifica. La mia invenzione riguarda gli inalatori tubolari che si possono tenere in bocca.

Lo scopo della mia invenzione è di produrre un inalatore molto economico, progettato per assomigliare a un sigaro e contenente sostanze chimiche che vaporizzano. Se combinato produrrà un vapore con il colore del fumo di tabacco che ha un sapore molto piacevole. Questi inalatori non solo sono facilmente trasportabili, ma sono particolarmente utili per chi fuma”.

Joseph Robinson (1927): un brevetto che cambia tutto

Per molti, la storia dell’invenzione della sigaretta elettronica inizia nel 1927 con l’americano Joseph Robinson.

Sorprende il mondo presentando il suo primo ” vaporizzatore elettrico “.

“La mia invenzione riguarda dispositivi di vaporizzazione contenenti componenti medicinali che vengono riscaldati elettricamente per produrre vapori per inalazione. Fornisce un dispositivo per uso individuale che può essere liberamente manipolato senza alcuna possibilità di bruciarsi e che è igienico, molto efficace e così semplice che chiunque può usarlo. “

Presentato nel 1927, il prodotto è stato brevettato il 16 settembre 1930.
A onor del vero, non si parla di sigaretta elettronica anche se rimaniamo vicini al concetto ( a condizione che si voglia realizzare un dispositivo medico).

È importante notare che il “vaporizzatore elettrico” di Joseph Robinson non contiene una batteria (piuttosto logico nel 1927), è collegato tramite un cavo ad una fonte elettrica.

Non può passare inosservato, tuttavia, che la resistenza riscalda direttamente sostanze come gli inalatori di oggi.

Marvin L. Folkman (1944): una alternativa alla sigaretta?

Il 29 dicembre 1944, Marvin L. Folkman presenta una alternativa alle sigarette.
La sua creazione è chiara, parla di un agente volatile rilasciato dal flusso d’aria di un’inalazione per creare un sostituto per le sigarette.

Nel suo brevetto convalidato il 20 luglio 1948 , si parla di un vero sostituto per le sigarette e soprattutto per il fumo nocivo del tabacco.

” È noto che il fumo è una dipendenza per diverse migliaia di persone, ma l’inalazione del fumo di tabacco è in una certa misura dannosa per il sistema nervoso dei fumatori a causa della nicotina contenuta nel fumo di tabacco. L’obiettivo principale della mia invenzione era quello di produrre una sigaretta sostitutiva che possa essere vantaggiosamente utilizzata dalle persone che desiderano eliminare sigarette piene di tabacco. “

Frank Bartolomeo (1956): un prodotto per fumare ovunque

Il 21 febbraio 1956, l’inventore americano Frank Bartolomeo lancia la sua creazione: un ” dispositivo per fumare ” con una capsula contenente aromi e fumo di tabacco. Il suo brevetto fu validato il 18 novembre 1958 .

Nel suo brevetto, Frank Bartolomeo fornisce alcune spiegazioni sul motivo della sua creazione:

“Ci sono molti luoghi dove è vietato fumare a causa di nuovi rischi come la presenza di esplosivi. Lo scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo per il fumo che simuli una sigaretta in grado di fornire fumo senza utilizzare la combustione.”

Herbert.A Gilbert (1965): il vero inventore?

Nel 1963 l’americano Herbert A. Gilbert registra in Pennsylvania un brevetto intitolato “una sigaretta senza fumo che non contiene tabacco“, ci avviciniamo quindi alla definizione della moderna sigaretta elettronica.

Considerato dalla maggior parte degli americani come l’inventore della sigaretta elettronica, Herbert A. Gilbert parla di una

“sigaretta senza fumo che sostituisce il tabacco e la carta con aria calda e aromatizzata”.

Il principio è quello di far passare l’aria calda attraverso una cartuccia contenente un aroma, un po’ come accade con una macchina per il caffè a cialde.

Il suo brevetto è stato convalidato il 17 agosto 1965.

A questa data, il tabacco è già considerato un flagello. In effetti, negli Stati Uniti sono state bruciate 523 milioni di sigarette, i pericoli per la salute sono noti a tal punto da ricevere il soprannome ancora oggi usato di ” killer “.

Se il concetto proposto da Herbert A. Gilbert sembra avvicinarsi chiaramente alla moderna sigaretta elettronica, solo il contributo di un aroma è ancora usato oggi.
Sfortunatamente per l’inventore, la ” sigaretta senza fumo senza tabacco ” è stata un vero flop. Nessuna azienda ha voluto commercializzare il prodotto.
Gilbert accusa il colpo e giudica colpevole l’industria del tabacco.
Nel 2018, ha dichiarato:

“ Tutti i dispositivi da vaping di oggi applicano semplicemente la tecnologia del 21° secolo alla mia invenzione del 20 ° secolo.
Non appena il brevetto è stato concesso e pubblicato, i produttori farmaceutici e del tabacco hanno fatto tutto il possibile per impedirne il successo e, non appena scaduto, hanno presentato tutti i nuovi brevetti con lo stesso funzione operativa come la mia invenzione originale . “

A distanza di poco più di 50 anni, Herbert A. Gilbert accusa ancora il colpo e ritiene che le industrie del tabacco e farmaceutiche gli abbiano dichiarato guerra…

Ray / Jacobson (1970-80): una sigaretta non combustibile

Nel 1970, il progettista di microprocessori Phil Ray deve sottoporsi a un intervento chirurgico.

Ma per farlo, è necessario porre fine al suo pesante consumo di sigarette.

Chiede al suo medico, il dottor Norman Jacobson, un’alternativa rapida ed efficace alle sigarette.
I due uomini parlano a lungo prima di sviluppare una sigaretta non combustibile nel 1980 che chiamano Favor.

Questo prodotto permette alla nicotina di evaporare. Presumibilmente è il primo prodotto da vaping ad essere commercializzato.
Ma, ancora una volta, è stato un fallimento.

Il duo dà la colpa anche all’industria del tabacco, che ha agito da baluardo contro il suo marketing.
Vale la pena di notare però che questo prodotto non era elettronico e non generava vapore, caratteristiche che, probabilmente, giustificano l’amaro fallimento.

Rj Reynolds (1988): l’industria del tabacco coglie l’occasione

Nel 1988, la R.J. Reynolds Tobacco Company (abbreviata in RJ Reynolds) lancia un nuovo prodotto che non era proprio una sigaretta elettronica, ma che ha avuto il suo ruolo in questa favolosa storia.


Nella sigaretta “Premier” ci sono due prodotti importanti per la vaporizzazione: l’aroma e soprattutto la glicerina vegetale e la nicotina inalata.

Il principio era quello di riscaldare un aerosol usando un pezzo di carbone (come per il narghilè). Il tutto viene infilato in un tubo di carta che sembra una sigaretta vera e ha un filtro. Ovviamente l’aspetto sanitario non era presente. Il gusto non c’era, la sigaretta “Premier” si dimostrerà un flop commerciale.

Stéphane Marc Vlachos (2001): una invenzione non riconosciuta

Mito o realtà? È difficile dire quale sia il vero ruolo del francese Stéphane Marc Vlachos. Nel 2001, lo studente di informatica presenta la sua invenzione: una batteria al litio che riscalda una resistenza circondata da un ovatta di cotone, attivata da un pulsante, il liquido utilizzato è composto da glicerina vegetale. La sua invenzione si basava essenzialmente sull’opera di Herbert A. Gilbert e Joseph Robinson, ma il francese non riuscì mai a far riconoscere la sua invenzione.

Secondo alcune fonti, il brevetto è ancora in attesa di riconoscimento da parte dell’OMPI (Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale). Eppure sembra essere il primo ad usare una batteria, e uno stoppino o ovatta per trattenere il liquido.

Per molti riferimenti francesi, Stephane Marc Vlachos è senza dubbio l’inventore della moderna e-sigaretta, ma rimane difficile trovare prove affidabili e definitive di questa paternità.

Hon Lik (2003) : la sigaretta elettronica diventa realtà

Riconosciuto come l’inventore della moderna e-sigaretta, Hon Lik è un farmacista cinese Scopre le sigarette all’età di 18 anni in una Cina nel bel mezzo della rivoluzione culturale.
Nato a Xifeng, si approfitta della produzione di tabacco del suo villaggio. In lui nasce una dipendenza che cresce con il tempo. Da un pacchetto al giorno, ne consuma rapidamente due.
Diventa esperto nella riparazione di radio nel suo villaggio prima di studiare la farmacopea cinese nel 1977. Lavora come vicedirettore del Chinese Drug Research Institute di Shenyang.
Colpito dalla morte per cancro ai polmoni del padre decide di smettere di fumare.

Il farmacista cinese cerca di fermare la sua dipendenza con il cerotto. Ma si rende conto che non basta a soddisfare il suo bisogno di nicotina. Capisce che la nicotina stimola il cervello, soprattutto di notte. Il rapido arrivo della nicotina al cervello al momento di un tiro di sigaretta deve essere soddisfatto. Vuole replicare questo picco di nicotina per smettere di fumare.

Nel 2000, Hon Lik dice di aver “avuto un sogno” eppure non inizierà a lavorare alla sigaretta elettronica che nel 2003.
È un anno dopo, nel 2004, che viene depositato il suo brevetto.

Presentazione piuttosto sorprendente, troviamo una batteria, una scheda elettronica che rileva l’aspirazione e innesca il riscaldamento di una resistenza (una sorta di interruttore automatico), il principio di un liquido contenente nicotina (senza precisione di composizione). Secondo il brevetto del farmacista cinese, il liquido viene spruzzato sull’atomizzatore (senza stoppino) come un flacone di profumo.

Le uniche vere invenzioni dell’Hon Lik sono il principio dell’interruttore automatico e dell’irrorazione. Non si parla di e-sigaretta, ma di “sigaretta senza fumo con spray elettronico”.

Nel 2005, Hon Lik fonda la sua azienda di sigarette elettroniche a Shenyang, che chiama Ruyan. Questa però è vittima di una campagna diffamatoria.
La sua invenzione viene utilizzata da altre aziende che producono in quantità maggiori e commercializzano a prezzi migliori sul territorio cinese.
Il suo brevetto sarà finalmente acquistato dalla compagnia di sigarette Imperial Tobacco per l’astronomica somma di 75 milioni di dollari (55 milioni di euro) nel settembre 2013.
La Fontem Ventures, una controllata della Imperial, ha assunto successivamente Hon Lik stesso come consulente e promotore della sua invenzione.

All’epoca, questa scelta sollevò le critiche di molti fan del vaping in tutto il mondo. Era quasi come se le multinazionali del tabacco volessero utilizzare la e-cig per indurre comunque i consumatori a fumare, seppure in modo diverso rispetto a quello tradizionale, e il tutto con l’avallo di Hon Lik.

Egli però ha controbattuto più volte da allora a queste critiche, riportando l’attenzione sull’unico punto che gli è sempre stato a cuore, ovvero il fatto che la sua invenzione è servita e servirà soltanto a ridurre le malattie derivanti dalle sigarette tradizionali, al di là di ogni logica di mercato.

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By Giuliana Verri www.burbas.it.it
Giuliana è una blogger appassionata che si dedica a fornire aggiornamenti e news sul mondo delle sigarette elettroniche. Con la sua esperienza e conoscenza, tiene informati i lettori sulle ultime novità del settore.
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