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Il mercato della e-cig: dalla nascita al boom del 2017
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Il mercato della e-cig: dalla nascita al boom del 2017 La sigaretta elettronica è ormai diventato un oggetto di media diffusione. Si calcola che, soltanto in Italia, sia distribuita tra più di 1 milione di utenti. Fateci caso, capita sempre più spesso, di imbattersi in misteriosi individui che si aggirano per le nostre città avvolti da coltri di vapore profumato. \r\n\r\nSappiate però che la situazione non è sempre stata così. Secondo i dati del mercato della e-cig, il boom di massima diffusione è registrato negli anni 2017-2018. Forse per il loro funzionamento, che ai tempi era tutt’altro che perfetto, o forse per una scarsa esposizione mediatica, i vaporizzatori personali sono rimasti celati in una nicchia piccolissima (praticamente irrilevante) del mercato, fino ad almeno tre-quattro anni fa. \r\n\r\nOggi la situazione è, fortunatamente, molto diversa. I nuovi vapers hanno il gran privilegio di interfacciarsi con hardware e sistemi molto più performanti, e ciò non può far altro che giovare alla diffusione della e-cig. Ma questa sigaretta elettronica, questo strumento tanto discusso e oggetto dei dibattiti più disparati, da dove viene? Chi fu il primo a progettarla? Come arrivò in Italia? \r\nLa prima sigaretta elettronica\r\n\r\nLa nostra amata e-cig arriva, come la maggior parte delle innovazioni tecnologiche, dalla Cina. Fu Hon Lik che nel 2002 cominciò a concentrarsi su una possibile alternativa al fumo tradizionale:” Avevo provato tutti i metodi, nessuno aveva funzionato: e ho pensato che non mi dava minimamente la stessa sensazione di fumare. Mancava qualcosa: il fumo, innanzi tutto. Così ho pensato a una sigaretta che funziona alimentando vapore con la corrente elettrica”. (https://www.svapoboss.it/articoli/chi-ha-inventato-la-sigaretta-elettronica)\r\n\r\nLa rivoluzione tanto attesa arrivò, infine, nel 2003. Hon Lik brevetta la prima sigaretta elettronica. Riuscì nel suo intento di creare uno strumento che, tramite l’elettricità, riuscisse a produrre del vapore aromatico. Anche la forma di questa neonata e-cig doveva ricordare quella di una sigaretta analogica e così, l’anno successivo, la Ruyan, azienda per la quale lavorava Hon lik, introdusse nel mercato cinese la prima sigaretta elettronica della storia. Le aspettative erano elevatissime, e l’alone di mistero ed interesse che si sviluppò attorno a questo nuovo strumento, destò la curiosità di utenti americani ed europei. La sigaretta elettronica arriva nei mercati d’oltreoceano, era il 2006. \r\n\r\nMoltissime aziende, con l’intento di percorrere la tortuosa strada della riduzione dei danni del fumo analogico, investirono nella ricerca. Nel 2007, In Inghilterra, nasce il primo cartomizzatore e, assieme a questo, una serie di nuove tecnologie che porta la sigaretta elettronica ad una evoluzione esponenziale. Assieme alle e-cig si approfondisce gli studi riguardanti anche le batterie: l’intento era quello di ottenere molta autonomia in poco spazio. Stava cominciando a prendere vita l’idea di quelle che oggi chiamiamo comunemente box.\r\n\r\nDal 2008-2009 si cominciò, dunque, a proporre agli utenti sempre nuovi sistemi. Si passò in breve tempo dalle famosissime ed oggi odiatissime EGO, alle prime mod, per poi arrivare, infine, alla progettazione degli atomizzatori. Venne implementato l’uso di batterie 18650, si cominciò ad investire sulla produzione di liquidi sempre più accattivanti, fino ad arrivare a quella che per molti vapers italiani è una vera e propria pietra miliare dello svapo: il kayfun. Il primo atomizzatore rigenerabile ad essersi diffuso su larga scala.\r\n\r\nIl mercato italiano\r\n\r\nOggi l’Italia vanta un mercato della sigaretta elettronica con più di 1 milione di vapers, e un ammontare di introiti pari a 600 milioni di euro. Il nostro paese, assieme a Inghilterra, Francia Polonia e Germania, rientra nella lista delle nazioni in cui le e-cig sono più diffuse. Pensate che di tutti i vaporizzatori personali che si vendono in Europa, il 10% del totale è destinato agli utenti Italiani. \r\n\r\nIl dato che più fa pensare, è però relativo alla crescita del mercato: si stima che negli ultimi 3 anni il consumo di sigarette elettroniche (soltanto in Italia) sia salito del 1.740% (https://www.repubblica.it/economia/2019/08/17/news/sigarette_elettroniche_boom_in_tre_anni_1740_-233788280/)\r\nOggi, il settore del vaping, dona allo stato un aumento degli introiti delle accise pari addirittura al 1.924%. Cifre che fino a pochi anni fa sarebbero state difficili anche solo da immaginare. \r\n\r\nGli economisti pensano che questo mercato sia tutt’ora in espansione. Si calcola che, nel mondo, si possa addirittura crescere di 24 punti percentuale entro il 2024. Per quanto concerne invece il nostro paese, si registra che, nell’ultimo anno, si è avuta una crescita del 14%.\r\nQuello italiano sta diventando, ormai, un mercato di riferimento. Dovete sapere che, nonostante gli americani vantino un settore estremamente più solido del nostro, molti prodotti vengono lanciati, per la prima volta, proprio nella nostra penisola.\r\n\r\nL’unico dato poco confortante riguarda esclusivamente i primi mesi del 2020. Verso la fine dell’anno passato, infatti, si è registrato una brusca, quanto inaspettata, interruzione delle vendite. Alcuni economisti stimano che il mercato abbia perso qualcosa come il 30% dei consumi. Ma perché un settore che sembrava andare a gonfie vele subisce, improvvisamente, una flessione di queste proporzioni? \r\nSecondo alcuni a causa della continua minaccia delle accise che, come una spada di Damocle, accompagnano il mondo della sigaretta elettronica da ormai qualche anno. Secondo l’opinione di altri, invece, sono state le campagne di disinformazione che, alla lunga, hanno instaurato, nei consumatori meno esperti, il dubbio che le e-cig possano portare a delle complicazioni.\r\nIo personalmente credo che questo settore rappresenti semplicemente il futuro. Lungi da me riaprire l’annosa polemica che coinvolge le major del tabacco, penso che l’unico motivo per cui questo mercato sia sempre e costantemente stato attaccato anziché, come ad esempio in Inghilterra, incentivato, sia legato puramente ad interessi economici. \r\n\r\nAltri mercati\r\n\r\nIl settore più sviluppato, più ricco e nel quale l’e-cig è maggiormente diffusa è senza dubbio quello americano. Se quello europeo si colloca al secondo posto, il primato è sicuramente degli USA, con un mercato dal volume di vendite di ben 4.8 miliardi di dollari. Al di là del valore assoluto di questo dato, lo studio “Il settore del vaping in Europa”, elaborato dal Centro per gli studi Monetari e Finanziari (CASMEF) dell’Università Luiss Guido Carli, assegnerebbe, invece, al settore europeo, il titolo di mercato più in crescita: si stima che entro il 2025 potrebbe arrivare a valere fino a 7 miliardi di euro. (https://www.onlinesim.it/blog/sigaretta-elettronica-quanto-vale-mercato-pericoli-per-salute/)\r\n\r\nSe esiste però un merito che, almeno personalmente, mi sento di attribuire al mercato americano, è quello di aver contribuito alla diffusione della e-cig su scala mondiale. Non dimentichiamoci che, agli inizi, l’esposizione mediatica maggiore si raggiunse con l’avvento del “cloud chasing”. I nuvoloni erano tanto grandi che riuscirono ad attraversare l’oceano diffondendo, anche in Europa, lo stile di svapo all’americana. Credo che tutti i vaper di vecchia data abbiano provato, almeno inizialmente, dispositivi per il tiro di polmone. E’ vero, in Italia questa tendenza assunse le sembianze di un fuoco di paglia ma ebbe, al contempo, il grande merito di coinvolgere tantissimi utenti nel mondo della sigaretta elettronica. Addirittura usava, in quegli anni, svapare i così detti liquidi americani, caratterizzati da una presenza altissima di diacetile e da sapori molto molto dolci.\r\n\r\nE i mercati asiatici? E notizia di pochi mesi fa l’assurda campagna che il governo cinese ha intrapreso a danno del marketing delle e-cig. Nell’ultimo periodo sono spariti dalle piattaforme web cinesi più di 23mila video pubblicitari riguardanti la sigaretta elettronica. A questo si aggiunge l’oscuramento di ben 5.000 siti internet destinati alla vendita di prodotti, liquidi compresi, per i vaporizzatori personali. \r\nIl pretesto di questa forte azione di Governo ruota attorno alle tecniche di vendita utilizzate. Secondo gli organi dell’esecutivo il web marketing sarebbe reo di aver studiato campagne strategiche mirate al coinvolgimento di quel segmento del mercato, rappresentato dai giovani, ritenuto più influenzabile, e quindi più debole. Evitando di entrare nel merito della questione, è curioso notare come, al contrario dello svapo, il settore del tabacco sia stato lasciato libero di agire nella totale autonomia. \r\nSiamo di fronte all’ennesimo attacco al mondo della e-cig? Di certo non sta’ a me pronunciare sentenze. Sappiate però che la Cina è uno dei maggiori produttori di tabacco in assoluto. Con le sue 2,5 tonnellate di sigarette consumate ogni anno si guadagna sicuramente il primato di “ciminiera del mondo” …. Fermandosi un attimo a riflettere sull’immensità degli introiti che questi dati portano nelle casse dello stato cinese, è pacifico pensare che il governo tenti in tutti i modi di conservare questo settore andando, se necessario, ad attaccare anche la concorrenza. La cosa che personalmente mi rattrista di più, è l’assurda naturalezza con cui il fattore “salute” sia passato, in questo caso, in un impietoso secondo piano.

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By Tony Milanese www.burbas.it.it
Tony è un esperto aromatiere che ha dedicato la sua carriera allo sviluppo di aromi innovativi per le sigarette elettroniche. Con la sua creatività e conoscenza, crea profili aromatici unici che soddisfano i gusti degli appassionati di svapo.
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