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Tabacco Virginia Bright
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Tabacco Virginia Bright Deriva, per ibridazione e selezione, dal tabacco Virginia di origine nordamericana. Nello Stato omonimo del Virginia gli inglesi, con John Rolfe, introdussero verso il 1612 due razze di tabacco, Oroonoko (originaria del Rio delle Amazzoni, Brasile) e Sweet-scented (soave profumo), dalle quali originò un tabacco intermedio.
Le selezioni per l'adattabilità alle condizioni di povertà dei terreni e la cura delle foglie col carbone, al posto della cura con il fuoco di legna, diedero origine al Virginia Bright, o flue-cured tobacco, un tabacco chiaro e dolce, in luogo dell'originario tabacco scuro e forte, il Virginia dark.
Il termine flue-cured identifica oggi tutti i tabacchi curati artificialmente ad aria calda. Questi tabacchi sono molto apprezzati per le qualità gustative e aromatiche, e sono utilizzati soprattutto nella fabbricazione di sigarette.
La grande richiesta per questo tipo di tabacchi ha favorito la loro diffusione in ogni parte del mondo, e attualmente costituiscono circa il 60% di tutto il tabacco greggio prodotto. Le tipiche zone di coltivazione nel Nord America sono negli Stati Uniti (in Virginia, North e South Carolina, Georgia, Florida e Alabama), e in Canada.
Nell’America del Sud vengono coltivati soprattutto in Brasile e Argentina; in Africa in Zimbabwe, Malawi, Sudafrica, Tanzania, Zambia; in Asia sono diffusi in Cina (il paese è il più grande produttore di tabacco flue-cured), India, Pakistan, Filippine, Corea del Sud, Giappone, Thailandia; vengono coltivati anche in Australia e Nuova Zelanda.
Il tabacco flue-cured è prodotto anche nei paesi dell'Unione Europea, soprattutto in Italia e Grecia, e nei paesi dell’Europa dell’Est ; in Italia il Virginia Bright di tipo americano, e il Bright Italia tradizionale, rappresentano i tabacchi economicamente più importanti.

Caratteri botanici
Le coltivazioni di Bright si presentano con aspetti diversi, dovuti alle numerose selezioni effettuate sulle cultivar per adattarle alle diverse zone di coltivazione, per migliorarne le caratteristiche, e per renderle più resistenti ad attacchi di parassiti.
Generalmente, in normali condizioni di coltivazione, il Bright è una pianta molto alta, in media circa 2 metri, con 28-35 foglie utili di forma da cilindrica a tronco-conica. Il sistema radicale è a fittone ramificato, il fusto ha colore verde, le foglie sono sessili di colore verde, di forma ovata e lanceolata, con costole e nervature regolari e poco pronunciate.
L’infiorescenza presenta fiori di colore dal bianco al rosa.

Zone di coltivazione
In Italia il Virginia Bright è stato introdotto nel 1896 nei territori di Cava dei Tirreni (Salerno) e di Sansepolcro (Arezzo), e successivamente in Umbria e Friuli. Nel 1903 nella provincia di Lecce l'incrocio del Virginia Bright americano con l'Erzegovina Stolak diede origine al Bright Italia, un tabacco che risultò molto adatto alle diverse zone di coltivazione.
Il Bright Italia tradizionale (Cospaia BC 60) viene ancora coltivato, ma sono in espansione le cultivar di Virginia Bright americane; tra le più diffuse la Mc Nair 944, Mc Nair 373, Delgold, VA 115, Speight G 28, Coker 411. Molte presentano vari gradi di resistenza contro diversi parassiti (virus, funghi, nematodi).
La crescente richiesta dei tabacchi chiari ha portato ad un continuo incremento della produzione del Bright, che ha raggiunto il massimo agli inizi degli anni ’90, con 60.000 tonnellate; l’introduzione comunitaria delle quote massime garantite ha recentemente contenuto la produzione, che resta comunque alta.
Il Bright rappresenta attualmente circa il 37% della produzione totale di tabacco greggio; viene coltivato soprattutto nelle regioni del centro-nord (Umbria, Veneto, Toscana e Abruzzo producono l’87% del Bright nazionale).

Semenzaio
Il semenzaio viene allestito tra febbraio e marzo, con seme di buona germinabilità e su terreno libero da piante infestanti e parassiti, e adeguatamente concimato. Per il Bright, con un grammo di seme si copre una superficie di semenzaio di 16 m² , ottenendo da 70 m² di semenzaio un numero di piantine sufficienti per investire un ettaro di coltura.
La semina viene effettuata insieme all’acqua o con materiale inerte (cenere, sabbia); per ottenere piante uniformi nello sviluppo radicale e fogliare, si ricorre spesso alla semina di precisione usando seme confettato.
Per il Bright, in un grammo di semente sono contenuti circa 13.000 semi.

Terreno e fertilizzazione
Predilige terreni da leggeri a medio impasto, profondi, freschi e irrigui. La concimazione deve essere attentamente dosata, specie riguardo all'azoto, la cui disponibilità deve esaurirsi in corrispondenza della fioritura.

Si distinguono due sistemi di coltivazione, uno tradizionale per ottenere prodotti a basso contenuto di nicotina (0,5-0,7%) e di aroma moderato, e uno tipico per ottenere prodotti con contenuto di nicotina più alto (2,2-2,5%), di aroma accentuato.
In terreni poveri, per il Bright tradizionale (il Bright Italia) non si somministra azoto, mentre per il Bright tipico (il Virginia Bright americano) si somministrano 20-30 kg/ha di azoto, fino ad un massimo di 80 kg/ha.
Per gli altri elementi generalmente non si superano i 100 kg/ha di anidride fosforica (5 quintali di perfosfato per ettaro), e i 150-200 kg/ha di ossido di potassio (4 quintali di solfato potassico).

Coltivazione
Il trapianto avviene in primavera. Per il Bright tradizionale vengono poste a dimora in media da 30.000 a 40.000 piante/ettaro (con sesto di impianto di 40 cm x 70 cm si ottengono 35.700 piante a ettaro); per il Bright tipico da 15.000 a 30.000 piante/ettaro (mediamente 18.000 piante/ettaro).
Con il sistema tipico si producono diversi tipi di foglia distinti in base alla loro posizione sul fusto (primings, lugs, cutters, leaf, tips); con il sistema italiano tradizionale si produce prevalentemente un solo tipo di foglia (del tipo lugs).
Vengono effettuate le consuete operazioni colturali (sarchiatura e rincalzatura), e irrigazione, soprattutto a partire dal secondo mese dopo il trapianto. L'irrigazione viene praticata in quantità soddisfacente, per evitare ritardi nella maturazione, difficoltà nella cura e squilibri nella composizione chimica delle foglie.
La cimatura (asportazione dell’infiorescenza apicale) viene praticata solo per il Bright tipico, generalmente a 20 foglie/pianta, seguita da 2 o 3 trattamenti antigermoglio (per prevenire l’insorgere dei germogli all'ascella delle foglie) a distanza di una settimana l’uno dall’altro. La cimatura viene eseguita generalmente a mano. Il Bright tradizionale non viene cimato.

Raccolta e cura
La maturità delle foglie viene raggiunta quando il colore verde perde di intensità, passando al verde-giallo, e procede in maniera scalare dalle foglie basse a quelle alte. Dopo eliminazione delle foglie vicine al terreno (sbranciolatura), la raccolta viene completata in 3-5 passate per il Bright tipico, e in 5-6 per il Bright tradizionale, prelevando da 3 a 5 foglie per pianta.
La resa, in condizioni normali di coltivazione, varia:
- da 2.200 a 2.700 kg/ha con alta densità (Bright tradizionale);
- da 2.000 a 2.400 kg/ha con densità ridotta e cimatura (Bright tipico).
La cura è molto complessa e richiede pratica e locali adatti: si effettua a massa a fuoco indiretto, in celle a ventilazione forzata (bulks-curing), dove le foglie sono sistemate in telaini di varia forma.
Nella cura (detta anche cura bright) si susseguono le fasi di ingiallimento, essiccamento della lamina ed essiccamento della costola, ognuna delle quali richiede circa due giorni. Le fasi sono determinate da un progressivo aumento della temperatura e dalla riduzione dell'umidità entro la cella di cura.
Nell'ingiallimento la temperatura viene portata fino a 35°C e l'umidità viene regolata per ogni carico, completando la fase in 24-48 ore.
Nella fase successiva si fissa il colore giallo, evitando che viri al bruno (ammarronamento), eliminando l'umidità in modo graduale; si aumenta poi la temperatura quando la lamina fogliare è secca.
La costola viene disseccata aumentando progressivamente la temperatura ed eliminando rapidamente l'umidità residua. Al termine della cura il tabacco, per poter essere estratto dalla cella, subisce il processo di rinvicidimento (assorbimento di umidità) con l'impianto di umidificazione della struttura.
Il colore del tabacco curato varia generalmente dal giallo limone all'arancio scuro.

Allestimento del prodotto e impiego
Il prodotto finale viene presentato a foglie sciolte, per raccolta, generalmente in ballotti. Le diverse raccolte sono separate, e ulteriormente selezionate in base al colore, consistenza del tessuto, dimensioni e integrità delle foglie.
Nei magazzini di trasformazione il prodotto, dopo una serie di operazioni e di stabilizzazione dell'umidità, viene condizionato in botti o scatoloni.
Il tabacco curato presenta un gradevole profumo di zucchero caramellato, con gusto dolce, e ottima combustibilità. Il Virginia Bright viene utilizzato, con varie percentuali, nella miscelazione di quasi tutte le sigarette chiare (blend europeo e americano); in alcune sigarette inglesi il Bright viene utilizzato al 100%. Viene inoltre impiegato nelle miscele dei trinciati da pipa (soprattutto il Bright tradizionale poco aromatico), e in alcuni tabacchi da mastico.

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By Tony Milanese www.burbas.it.it
Tony è un esperto aromatiere che ha dedicato la sua carriera allo sviluppo di aromi innovativi per le sigarette elettroniche. Con la sua creatività e conoscenza, crea profili aromatici unici che soddisfano i gusti degli appassionati di svapo.
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